AIUTO! Il Mio Cane è Traumatizzato!

Sebbene a chiunque capitino esperienze spaventose, capaci di farci provare tutti i gradienti della paura fino ad arrivare al terrore, alcuni eventi sembrano avere degli effetti permanenti, modificando profondamente il nostro modo di approcciare a determinate situazioni e segnando una separazione tra un “prima” e un “dopo”.

È in questo caso che si parla di trauma: un’esperienza che non riguarda solo gli esseri umani ma che si estende anche alla sfera emotiva del nostro migliore amico.

Sono moltissimi i proprietari, infatti, che riportano di avere un cane traumatizzato da questo o quell’evento: moltissimi cani che conducono una vita segnata dalla paura a seguito di uno specifico evento.

È proprio questa constatazione che mi fa pensare che forse quest’argomento meriti maggiore attenzione, che magari possiamo fare qualcosa, per migliorare la qualità della vita dei nostri quadrupedi a seguito di un’esperienza fortemente negativa.

Esperienza e Competenze

Abbiamo parlato di eventi spaventosi, negativi, traumatizzanti: ma quali sono esattamente questi eventi? Quali esperienze generano un trauma in un cane?

Essere investiti? Essere maltrattati? Essere aggrediti da un altro cane? Ricevere un rimprovero pesante? Essere colpiti accidentalmente da una pallina?

La risposta è: tutti questi eventi e nessuno di essi.

A determinare se un’esperienza sarà o meno traumatica infatti non è tanto l’evento in sé, quanto il modo con cui viene vissuto e affrontato: un cane con una buona sicurezza in se stesso e sufficienti competenze sarà molto più avvantaggiato nel non sentirsi sopraffare da una situazione negativa rispetto ad un soggetto con minori qualità. È un concetto di cui abbiamo già parlato riguardo alla paura e che è possibile leggere qui.

La mia stessa esperienza con cani sequestrati o vissuti in canile mi ha permesso di vedere soggetti con storie di maltrattamenti rimanere socievoli, felici e senza particolari fobie; cani investiti non avere nessuna paura delle auto e altri continuare ad essere socievoli anche a seguito di un’aggressione.

Com’ è stato possibile questo? Perché alcuni cani restano indifferenti di fronte ad esperienze tremende mentre altri sembrano traumatizzarsi di fronte ad eventi minori? Le qualità naturali di questi soggetti, le loro competenze e la loro personalità sono la prima discriminante per stabilire se un cane subirà o meno gli eventi intorno a sé: quanto più spiccate sono le doti naturali, tanto più sarà in grado di affrontare una situazione difficile.

Ma c’è un’altra componente importante, una risorsa di cui dispongono i cani di famiglia che è determinante in ogni loro modo di comportarsi: la relazione con il proprietario.

Fido si riferisce costantemente a noi, e cerca in ogni nostro atteggiamento conferme e risposte riguardo al mondo che lo circonda: se noi ci mostriamo tesi lui assorbirà la nostra agitazione, se siamo spaventati si metterà in allerta mentre se ci vedrà tranquilli probabilmente capirà che la situazione che ha di fronte è neutrale.

Questa qualità di legame porta con sé un’enorme responsabilità, ma allo stesso tempo ci dà il potere di aiutare in modo importante il nostro migliore amico in un momento di difficoltà.

Come aiutare Fido di fronte ad un’esperienza negativa

Se assistiamo ad un evento estremamente negativo per il nostro cane, ci sono alcune cose che possiamo fare per evitare che questo si trasformi in trauma:

  • Essere presente: in un momento di difficoltà Fido ha bisogno del nostro sostegno e supporto: la nostra presenza, se sicura e non compassionevole, può essere determinante nell’aiutare il nostro cane ad uscire psicologicamente illeso da una situazione complicata;
  • Mantenere un atteggiamento sicuro e positivo: spesso capita che siamo proprio noi proprietari i primi a spaventarci: la reazione è più che comprensibile, ma purtroppo il nostro di panico aggiungerà tensione allo spavento del nostro cane, confermandogli lo stato d’animo di paura e favorendo la creazione del trauma. Evitare espressioni di angoscia è focalizzarci su un intervento tempestivo è forse l’unica cosa che possiamo fare nel caso ad esempio in cui il nostro amico venga investito; tuttavia sono molte le situazioni in cui la corsa dal veterinario non è necessaria (ad esempio una lite tra cani al parco, o una pentola che cade inavvertitamente a fianco dell’ animale), e basta un modo di porsi più disteso e positivo per calmare il cane e metterlo nell’idea che non sia successo nulla di irrisolvibile; chiamarlo ad esempio con un “ma dai!! Cos’è successo?!!?” con un tono gioviale e scherzoso è già un buon aiuto per modificare la percezione del cane e minimizzare la gravità dell’accaduto. Non dimentichiamoci che Fido si riferisce costantemente a noi, quindi la nostra chiave di lettura degli eventi è per lui qualcosa di importante a cui affidarsi.
  • Riproporgli l’esperienza in contesto sicuro: come dice il detto “se cadi da cavallo risali subito in sella”. Supponiamo ad esempio che il nostro piccolo amico, nell’esercitarsi sul salto, cada rovesciandosi addosso l’attrezzo: terminare con quest’esperienza l’allenamento rischia di confermare lo stato d’animo di paura nel cane, costruendo il trauma; il rischio è che nei training successivi il quadrupede si rifiuti di saltare, terrorizzato alla sola vista del salto. La cosa migliore da fare è ripresentare subito l’attrezzo, abbassandolo il più possibile: in questo modo riproporremo l’esperienza in modo sicuro, costruendo nella sua mente l’idea che il salto non è pericoloso. Allo stesso modo, se il nostro cane litiga al parco, è importante non uscire dall’area subito dopo questo evento, ma rimanere fino a quando gli animi non si saranno calmati e magari i cani avranno ripreso a giocare insieme: terminare l’esperienza in modo positivo scongiurerà l’ipotesi di trasformare un momento difficile in trauma.
Traumi pregressi: un destino segnato?

Non sempre abbiamo la possibilità di essere presenti nel momento in cui nasce il trauma nel nostro cane (basti pensare all’adozione), non sempre è sufficiente la nostra presenza: succede allora che Fido non salga più in macchina, tirando indietro terrorizzato alla sola vista dell’auto (se ad esempio è stato investito); succede che si nasconda, in preda al panico, ogni volta che lo portiamo al parco (se ad esempio è stato aggredito); succede che scappi alla sola vista di una bottiglia d’acqua (se ad esempio inavvertitamente gliene è caduta una addosso). In situazioni come queste mi è capitato più volte di trovare dei proprietari rassegnati, arresi al fatto che quella situazione non potrà mai più essere ripristinata e spesso, occorre dirlo, troppo concentrati a colpevolizzare l’evento traumatico o chi l’ha causato.

Ho una buona notizia: il trauma non segna il destino del nostro cane e c’è molto che possiamo fare per migliorare la sua (e di conseguenza la nostra) qualità di vita!

Certo è, che dopo che un evento ha già segnato profondamente il nostro quadrupede, il lavoro da fare per recuperare sarà piuttosto impegnativo, e nella maggior parte dei casi richiederà l’aiuto di un professionista, ma il gioco vale decisamente la candela!

Ecco di seguito qualche spunto per aiutare Fido a riprendere confidenza con ciò che l’ha terrorizzato:

  • Avvicinarsi gradualmente al luogo dell’evento: la tendenza del cane, una volta subito un trauma, sarà quella di evitare tutto ciò che lo ricollega con quell’evento: il parco se è stato aggredito, il luogo nel quale è avvenuto un tamponamento, l’auto, se è stato investito, ecc. Proprio per questo il primo importante passo è riportarlo sul luogo tanto temuto: la paura che può provare il nostro fedele amico in questa situazione sarà di un’intensità gestibile e quindi affrontabile. Il nostro primo obiettivo sarà quello di ottenere uno stato d’animo di relativa calma nel nostro cane.
  • Ricreare associazioni positive: i cani creano continuamente associazioni, in ogni situazione. Può capitare quindi che il parco diventi per lui “il luogo del trauma”, così come l’auto, o una determinata strada, una galeotta bottiglia d’acqua ecc. Per questo può essere utile, per aiutare il nostro amico, praticare attività piacevoli nei luoghi della paura: il suo gioco preferito, il suo cibo preferito, utilizzare l’auto per andare in posti divertenti, insomma qualcosa di veramente molto stimolante da iniziare ad utilizzare anche durante l’avvicinamento, per dare a quel luogo un significato diverso.
  • Riproporre la situazione in contesto sicuro: Se Fido è stato aggredito, molto probabilmente avrà il terrore di tutti i cani. Ottenere quantomeno uno stato di rilassatezza in loro presenza potrebbe essere un ottimo miglioramento della sua qualità di vita, ma per farlo occorre scegliere accuratamente i soggetti con cui metterlo a contatto soprattutto all’inizio. In questo caso sarà importante l’intervento di un professionista, che studierà la situazione ideale a seconda della taglia e del temperamento del cane.
  • Non arrendersi!!! Il percorso può essere molto lungo e frustrante per il nostro piccolo amico. I progressi potrebbero tardare ad arrivare perché ogni cane è un soggetto a sé ed ha i suoi tempi, che devono essere assolutamente rispettati; ma il miglioramento nella vostra qualità di vita tuttavia farà valere ogni sforzo fatto!

Molti eventi nella vita del nostro cane sono al di fuori del nostro controllo, ma se è vero che non siamo sempre responsabili di ciò che accade, siamo comunque responsabili di ciò che facciamo o non facciamo per trasformare una situazione negativa in un potenziale di crescita.

 

Angelica Da Ronco – Educatore Cinofilo

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