AIUTO: Il mio cane ha paura!

“è in questi momenti “importanti” che il cane ha bisogno più disperatamente di una leadership chiara e di una guida, proprio come le persone che ami hanno più bisogno di te non tanto in situazioni facili e tranquille, ma quando le cose si complicano e forse emozioni troppo forti rendono difficile mantenere la mente lucida.”

“If a Dog’s Prayers were answered.. Bones would rain from the sky” – S. Clothier

La paura è un’emozione primaria e fondamentale, che accomuna tutti gli animali e ovviamente tutti i cani.

Tuttavia alcuni soggetti sono più paurosi di altri, e pare che, dal loro punto di vista, il mondo che li circonda sia un inferno denso di pericoli, ed ogni persona che incontrano un enorme mostro verde e viscido.

Vivere con cani paurosi può essere impegnativo, ma, anche se le motivazioni profonde di questa paura hanno spesso una componente innata, c’è molto che, come proprietari, possiamo fare per aiutare il nostro migliore amico spaventato, e migliorare di conseguenza la sua (e la nostra) qualità di vita.

Ma partiamo dall’ inizio:

Che cos’è la paura

La paura è un’ “Emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia. La paura è spesso accompagnata da una reazione organica, di cui è responsabile il sistema nervoso autonomo, che prepara l’organismo alla situazione d’emergenza, disponendolo, anche se in modo non specifico, all’apprestamento delle difese che si traducono solitamente in atteggiamenti di lotta e fuga”. (Galimberti U., Dizionario di psicologia, Roma, Gruppo editoriale L’Espresso, 2006).

La paura quindi scaturisce quando una situazione viene percepita come pericolosa, e spinge il soggetto a due tipi di comportamenti:

  • Fuggire dalla situazione che genera il timore, per evitare il danno che questa potrebbe arrecare;
  • Aggredire per allontanare o eliminare la fonte di questo disagio.
Come funziona la paura

Cerchiamo di capire quali elementi ci sono in gioco.

Da una parte c’è la minaccia, la situazione esterna che incute timore.

Dall’altra c’è il cane, che vive e interpreta l’ambiente a seconda delle sue risorse.

La paura nasce quando il cane percepisce le proprie risorse come insufficienti per gestire la minaccia e superare la situazione.

Visti gli elementi in gioco capiamo che per aiutare il nostro amico peloso possiamo agire:

  • Sull’ambiente: ad esempio allontanandoci dallo stimolo ritenuto minaccioso. Una soluzione di questo tipo però andrà a confermare il carattere timoroso del nostro cane e finiremo per ritrovarci, col tempo, sempre più situazioni che l’animale percepisce come pericolose;
  • Sulle risorse del cane: con un lavoro su vari fronti volto a renderlo più forte, sicuro di sé e consapevole di essere in grado di affrontare la maggior parte degli eventi che possono capitare.
Quali sono le risorse del cane

Per rispondere alle sollecitazioni dell’ambiente, il nostro migliore amico dispone di:

  • doti naturali, ossia i tratti innati della sua personalità, soggettivi e di razza;
  • esperienza, tutto ciò che ha potuto fare e vedere nella sua vita, le difficoltà precedentemente affrontate con successo o insuccesso;
  • relazione, il rapporto con il proprietario, quel legame unico che ha ripercussioni su ogni tratto della personalità del cane.

Mentre le doti naturali sono le caratteristiche di partenza del nostro migliore amico, sono qualcosa che dobbiamo conoscere ma che non possiamo modificare, esperienza e relazione ci danno molto margine di lavoro.

Costruire esperienze positive è molto utile per rafforzare la sicurezza del cane. Si tratta di metterlo di fronte a situazioni che lo mettono in crisi, ma dalle quali è in grado di uscire vittorioso. I modi in cui possiamo ricreare piccoli problemi da superare sono tantissimi, sia in casa che all’aperto: la cosa fondamentale è che queste esperienze non siano scontate, che richiedano uno sforzo e una piccola difficoltà da parte del cane, e soprattutto che si concludano sempre con una vittoria.

La relazione

E’ incredibile quanto sia fondamentale un aspetto invece troppo spesso trascurato: i nostri atteggiamenti che sono estremamente determinanti nell’aiutare il nostro cane ad accrescere il suo senso di sicurezza, e questo perché il legame che ci unisce ha delle ripercussioni molto profonde sul suo modo di vivere e interpretare il mondo.

Il cane infatti è costantemente rivolto a noi e ai nostri segnali, e come una spugna assorbe tutti i nostri stati d’animo. Il legame che instaura con noi è lo stesso attaccamento del cucciolo con la propria madre: ciò significa che quello che cerca in noi è una guida stabile e sicura, e assicurargli questa guida è il nostro più importante dovere nei suoi confronti.

Infatti il cane, quanto più è spaventato e insicuro, tanto più ha bisogno di direttive chiare da parte nostra, informazioni su come comportarsi e limiti precisi su cosa è consentito e cosa non lo è.

Ottenere il controllo del cane è in realtà la prima forma di sicurezza che possiamo dargli, indica la tranquillità di non essere soli nel mondo e gli trasmette la nostra fermezza di fronte all’evento ritenuto pericoloso, la stessa fermezza che noi mettiamo nell’impartire l’indicazione su come comportarsi.

Che cosa non fare

Per comprendere nello specifico il modo in cui i nostri comportamenti influiscono sullo stato di sicurezza del cane, partiamo proprio da quelli che abitualmente facciamo e che destabilizzano il cane confermando le sue insicurezze:

  • Tenere il guinzaglio teso/trattenere il cane.

Il guinzaglio è come la prolunga della nostra mano, e trasmette in questo modo nostri stati d’animo. La tensione del guinzaglio comunicherà al nostro cane tensione emotiva, che si tradurrà in preoccupazione e nel messaggio “devi temere ciò che hai di fronte”.

Al contrario tenendo il guinzaglio allentato eviteremo di confermare stati di timore e creeremo le condizioni ideali per dare indicazioni al cane su come comportarsi.

  • Coccolare il cane.

Spesso lo facciamo con l’intenzione di tranquillizzarlo, ma in realtà stiamo comunicando l’esatto opposto. Ricordiamoci che il nostro migliore amico ha bisogno di vedere in noi una guida sicura: attraverso le nostre carezze invece spesso trasmettiamo un certo nervosismo anziché la dovuta determinazione che necessita il cane in una situazione che ritiene pericolosa; inoltre, con un atteggiamento compassionevole, rischiamo ancora una volta di confermare gli stati d’animo di paura nel nostro migliore amico.

  • Non dare indicazioni al cane.

Sento spesso dire “vediamo cosa fa” di fronte a situazioni a rischio per il quadrupede. Il cane ha bisogno di una guida, e questa guida siamo noi. Questo ruolo lo abbiamo sempre, in ogni momento della giornata, quindi ogni decisione che prenderemo nei suoi confronti sarà volta ad accompagnarlo e portarlo ad uscire con successo da ogni esperienza. Lasciarlo solo davanti ad una difficoltà non solo confermerà la sua paura, ma peggiorerà la nostra relazione! Il nostro compito è essere presenti per il cane nel momento in cui ha maggiormente bisogno di aiuto, quindi a disposizione per trasformare un’esperienza potenzialmente negativa in un’occasione per aumentare la sua sicurezza e consolidare il nostro rapporto!

Cosa possiamo fare quindi per aiutare un cane spaventato?
  • Dare regole chiare e fisse: conoscere limiti precisi di cosa è consentito e cosa no è la prima forma di sicurezza, e permette al cane di prevedere che cosa succederà. È una pratica quotidiana, da applicare alla vita di tutti i giorni e non solo nelle situazioni critiche.
  • Comunicare in modo assertivo: il nostro cane si aspetta da noi che siamo la sua guida, il pilastro su cui contare, e ciò è vero soprattutto per una cane spaventato. Quindi trasmettere la nostra sicurezza è importantissimo per aiutare il nostro amico in difficoltà: dare indicazioni con un tono di voce autorevole, mantenendo una postura eretta, parlando lentamente senza ripetere i comandi, sono tutte ottime strategie per cercare di essere d’aiuto in un momento difficile.
  • Essere presenti per il nostro cane: accarezzare e compatire il nostro cane, quando viene dai noi cercando protezione, non è di aiuto. Questo però non significa che dobbiamo cacciarlo via! Permettiamogli di appoggiarsi, starci vicino. Non prendiamolo in braccio ma parliamogli e restiamo con lui. In alcune situazioni non ci sono cose pratiche che possiamo fare o fargli fare, ma il solo nostro atteggiamento può veicolare il messaggio “sono qui con te, lo affrontiamo insieme”: e in realtà non c’è aiuto più grande che possiamo offrire.

Diventare una guida affidabile è complesso, un percorso che si rinnova costantemente, qualcosa su cui avremo sempre da lavorare. Questo articolo vuole essere solo uno spunto, una base dalla quale partire per fare poi pratica nella vita di tutti i giorni.

Ogni esperienza fatta con il nostro cane può diventare un momento costruttivo, capace di rendere il nostro migliore amico un animale più capace di affrontare il mondo, ma soprattutto un’occasione per portare più a fondo quel legame magico di intesa e fiducia che ci unisce a lui.

 

Angelica Da Ronco – Educatore Cinofilo

Leave a Comment