Che cosa stressa il cane

Il mondo in cui viviamo non è fatto su misura per il cane: ciò significa che tantissime cose a cui nemmeno prestiamo attenzione possono rappresentare per il nostro migliore amico delle sfide di adattamento che a volte portano ad un accumulo di stress.

Ogni cane reagisce in modo personalissimo ai vari stimoli, quindi se per un individuo un evento è molto stressante, per un altro la stessa cose può essere irrilevante.

La cosa migliore è osservare il comportamento del nostro specifico cane nelle diverse situazioni, e imparare a riconoscere i segnali inviati; tuttavia vogliamo elencare alcuni tra i più comuni fattori di stress nel cane: senza la pretesa di essere esaustivi, ma con lo scopo di invitare a riflettere sullo stile di vita che conduce il nostro migliore amico rispetto alle sue esigenze ed aspettative.

 

Fattori fisiologici

Malattie:

problemi agli organi interni (cuore, reni ecc.), cecità, sordità, patologie croniche come la displasia o i reumatismi rendono difficile il rapporto del cane con il mondo esterno, infatti il cane deve continuamente compensare il suo deficit e può spesso trovarsi in situazioni che ritiene superiori alle sue capacità.

Ipersessualità: 

è un problema soprattutto per il maschio. Un individuo molto ormonale è sotto stress in quanto deve gestire una pulsione molto forte; il suo comportamento inoltre genera stress anche nell’oggetto del suo interesse.

Calori delle femmine:

l’evento, di per sé normale, è motivo di forte stress per la femmina che si trova pressata dalle attenzioni dei maschi anche nei giorni in cui non è ancora pronta per l’accoppiamento.

Carenze di sonno:

possono essere causate da malattie o dal dolore, ma possono anche dipendere dal fatto che al cane non sono concesse sufficienti ore di riposo.

Fame e sete

ovviamente concorrono nel generare stress al cane.

Eccessiva o insufficiente attività fisica:

la causa maggiore di problemi comportamentali è l’insufficienza dell’attività fisica. Troppo spesso si pretende calma e disciplina dal proprio cane concedendo solo qualche breve passeggiata. La situazione peggiora nel caso delle razze da lavoro o di alcuni cani che vengono considerati di semplice gestione solo perché di piccola taglia, come Beagle e Jack Russel, dai quali si pretende che restino tranquilli e soddisfatti semplicemente dopo un’ora al parco. Tuttavia esiste anche il problema opposto, quando i cani sono impegnati in attività agonistiche, e l’aspettativa dei proprietari li sottopone a sessioni di allenamento estenuanti senza considerare sufficienti pause di riposo.

Fattori ambientali

Fenomeni atmosferici:

molti cani sono terrorizzati da tuoni, fulmini, piogge intense, terremoti e spari. Questo ovviamente genera stress.

Ricovero in una pensione:

l’ambiente insolito e la separazione dal proprietario generano insicurezza e stress.

Visita dal veterinario:

per il cane è un’esperienza decisamente molto stressante: l’odore della paura degli altri animali, la preoccupazione del proprietario, i ricordi delle esperienze spiacevoli delle visite precedenti, il non rispetto dello spazio individuale durante la visita sono fattori che non rendono la visita un’esperienza piacevole.

Centri di toelettatura:

Se il cane non viene abituato, questa esperienza è per molti l’equivalente di una tortura. Gli animali vengono messi sopra ad un tavolo, legati, gli si puntano addosso potenti e rumorosi phon, non viene rispettata la distanza individuale. E come se non bastasse la maggior parte dei cani viene lasciata da sola con il toelettatore, senza il conforto del proprietario. Raramente Fido è entusiasta di questa esperienza.

Esposizioni cinofile:

la folla di gente sconosciuta ammassata, il frastuono, gli spazi ristretti rendono questa esperienza per il cane molto meno piacevole di quanto non lo sia per il proprietario.

Caldo e freddo:

ovviamente possono generare stress, soprattutto se non viene data la possibilità di ripararsi ad esempio dal sole in estate.

Trambusto e agitazione nella sfera domestica:

il costante viavai di ospiti che pressano il cane di attenzioni, la presenza di bambini che non sanno come approcciare ad un cane mettono al cane un forte stress. Inoltre Fido è molto empatico e soffre molto la presenza di una persona molto nervosa o nell’osservare una lite in famiglia, anche se non ne è la causa.

Fattori psicologici

Minacce: 

non importa se si tratta di una minaccia reale o immaginaria, in ogni caso il cane che si sente minacciato attiva i meccanismi di difesa tipici dello stress.

Incertezza nelle aspettative:

il cane non capisce cosa ci si aspetta da lui e non riesce a valutare la situazione. Ad esempio quando il proprietario comunica in modo incoerente con il cane, quando pretende l’esecuzione di comandi che il cane ancora non conosce, o quando diversi membri della famiglia comunicano con lui in modo contraddittorio. Tutto questo genera frustrazione e stress.

Fallimento:

non riuscire in un’impresa nonostante l’impegno è già di per sé frustrante, spesso poi si aggiunge l’irritazione e il disappunto del proprietario, che rende il cane depresso e stressato.

Fattori relazionali

Solitudine e noia: 

essendo animali da branco, i cani soffrono molto quando vengono lasciati soli troppo a lungo o quando non hanno niente da fare.

Abbandono:

per il cane l’abbandono è un’esperienza terribile. La paura stessa che ciò possa accadere è causa di stress, e può emergere in ambienti estranei, quando Fido viene lasciato in una pensione, quando viene legato fuori da un negozio o anche quando viene lasciato a casa da solo, se non è stato abituato gradualmente.

Cambiamenti bruschi:

eventi come un trasloco, l’arrivo in famiglia di un neonato o di un altro cane sono per il nostro amico fonte di stress.

Contatti fisici troppo frequenti o troppo rari:

molto spesso abbiamo la tendenza a trattare i nostri amici pelosi come dei peluches, soprattutto se cuccioli o cani di piccola taglia: li coccoliamo e abbracciamo senza preoccuparci di notare se gradiscono o meno questo trattamento. Se prestassimo maggiore attenzione alle loro risposte scopriremmo che nella maggior parte dei casi li stiamo opprimendo, spaventando e invadendo il loro spazio personale. Al contrario alcuni cani non vengono quasi mai accarezzati: anche questo è fonte di frustrazione per il nostro amico, che non vede soddisfatte le sue richieste di contatto. Non sempre Fido ha voglia di essere toccato e ogni cane ha esigenze di contatto diverse: comprenderle e rispettarle è basilare per costruire un buon rapporto con il nostro migliore amico.

Eccesso o carenza di regole: 

entrambe le situazioni creano disagio. Una vita in cui in ogni istante viene impartito un ordine su cosa fare è decisamente frustrante, ma anche un’esistenza senza regole crea insicurezza nel cane, in quanto gli mancano punti di riferimento e rapporti ben definiti.

Cattivo abbinamento cane/proprietario:

quando un uomo decide di adottare un cane, generalmente lo sceglie in base a preferenze estetiche. È un errore molto comune non considerare i tratti comportamentali tipici di razza: se analizzassimo questi parametri sarebbe invece più facile trovare il cane che si confà di più al nostro stile di vita. Non dimentichiamo che tutte le razze sono state selezionate per scopi diversi e hanno quindi necessità e predilizioni diverse: immaginiamo un Border Collie, instancabile cane da pastore, come possa soffrire a vivere in un appartamento senza far nulla tutto il giorno; al contrario come possa essere stressante per un Bulldog star dietro al suo proprietario nelle sue lunghe escursioni in montagna. Sicuramente i tratti individuali incidono moltissimo nel formare la personalità di un cane, tuttavia una ricerca sulle caratteristiche della razza e sugli scopi per cui è stata selezionata può essere molto utile nello scegliere il cane di famiglia più adatto a noi.

Non sempre è possibile eliminare la causa di stress nel cane; non sempre lo stress va evitato. Riconoscere che cosa genera stress nel nostro cane è comunque di aiuto per decidere come comportarsi:

Su un cane anziano non possiamo togliere completamente il dolore dei reumatismi, tuttavia, consci di questo suo limite, possiamo impegnarci a limitare esperienze che possono essere al di sopra delle sue possibilità;

Su un cane timoroso possiamo gestire la quantità e la durata dell’esposizione allo stimolo, evitando di compatirlo ma standogli accanto con fare tranquillo e sicuro, in modo da abituarlo gradualmente alla situazione;

Dopo un’esposizione o una gara, concedere al cane il giusto e meritato riposo.

Il cane deve imparare a gestire il proprio stress, e noi, da bravi compagni di vita, dobbiamo impegnarci a rispettare sempre le sue necessità e offrirgli lo stile di vita più adatto alle sue attitudini.

Angelica Da Ronco- Educatrice Cinofila

 

Bibliografia:

  1. Rugaas “L’intesa con il cane: i Segnali Calmanti”, Haqihana editore
  2. Nagel, C. v. Reinhardt “lo stress nel cane”, Haqihana editore
  3. Dehasse “tutto sulla psicologia del cane”, Point Veterinaire Italie